Più che un libro è un'operazione commerciale: due racconti messi insieme per mandarli alle stampe.
Però si fa anche del bene, perché l'acquisto sostiene una delle associazioni di Dahl a favore dei bambini e quindi ci sta.
Il titolo è un mega spoiler del primo racconto perché ti dà già la direzione verso cui andrà il racconto e per uno scritto così corto, scritto con l'intento di giocare un po' sul non detto, è proprio un peccato. L'editoria e il cinema italiano non è nuovo allo spoiler nella traduzione del titolo.
Dà anche la falsata impressione che sia un libro per bambini e questi, molto più di altri libri di Dahl, non è proprio per bambini.
Le tematiche sono più adulte: nel primo racconto c'è un ricatto un po' particolare e nel secondo il dilemma tra la sopravvivenza materiale e il rispetto del proprio talento artistico.
La scrittura però non delude, anche con temi più scabrosi e al limite della fantascienza. I suoi cattivi sono sempre brutti, viscidi e moralmente molto discutibili con quel non so che di disgustoso anche dal punto di vista fisico che ha fatto, secondo me, il suo successo. Sono così poco politicamente corretti da piacere ai grandi e ai piccini.
Peccato che molti dei suoi libri per adulti non siano stati tradotti in italiano...
La sua perdita è stata davvero un buco che si è aperto nella letteratura dell'infanzia e non solo. Le streghe, Il GGG, La fabbrica di cioccolato sono solo alcuni dei titoli che mi vengono in mente che hanno cambiato per sempre il mio modo di leggere da bambina e ritengo siano titoli imprescindibili per crescere lettori appassionati e divertiti.
Grazie per tutti i brividi, le risate sguaiate e le facce disgustate.
E io cosa leggo adesso?
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