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Condannata dal vizio della lettura veloce a divorare libri su libri mi sono resa conto che mi piace non solo sfogliarli, annusarli, toccarli, prenderli e darli in prestito, rubarli, nasconderli, regalarli... ma persino parlarne fino all'esaustione.

mercoledì 13 marzo 2019

Concerto per archi e canguro - Jonathan Lethem (1994)


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Nel titolo originale non c'è traccia del canguro, peccato perché è proprio quello il motivo che mi ha spinto a comprarlo. Questo non vuol dire che il canguro sia assente, anzi, è uno dei personaggi portanti della storia.
Il titolo italiano è davvero fatto per essere attraente e appetibile. Perché se possiamo perdonare il canguro, il concerto per archi è un elemento davvero trascurabile e poi non è un vero e proprio concerto, ma più trasmissioni radio. Rimane comunque il fatto che, grazie a questo titolo, io l'ho comprato. Quindi, good job!

La lettura di questo libro, parafrasando Wallace, è una cosa divertente che non farò mai più! 
Perché questo libro è un esperimento ben riuscito ma difficilmente replicabile. Il fatto è che è un hardboiled ambientato in un futuro alla Blade Runner in cui gli animali sono umanizzati (da qui il canguro che è uno dei cattivi) e i bambini non sono più bambini ma vengono imbottiti di farmaci per trasformarli in adulti frustrati, alcoolizzati e super intelligenti ma ancora in corpi infantili. La voce narrante ci fa sapere che l'umanizzazione degli animali e trasformare i bambini in super testine  passano attraverso lo stesso meccanismo e che, ironicamente, ha funzionato meglio con gli animali.

Gli elementi tipici di entrambi i generi sono ben rispettati: il futuro in cui è ambientata questa storia non è quello delle astronavi e delle conquiste spaziali, ma quello non troppo lontano in cui le sperimentazioni genetiche perderanno la guida etica del rispetto della vita e la deriva totalitaria dei governi porterà a regimi di polizia in cui è l'inquisizione a dettar legge e se perdi i tuoi punti karma anche in maniera indiscriminata vieni congelato. Anche per quanto riguarda il genere poliziesco ogni stereotipo è riportato: l'investigatore cinico, disilluso, senza soldi e quasi senza karma si prende a cuore un caso disperato e poi una bella pupa dipendente dalle droghe - praticamente tutti ansiolitici con dosi da cavallo - che prima ci prova con lui e poi muore ammazzata in modo orribile. Il nostro investigatore si butta anima e corpo in questa missione che diventa una questione di principio, per salvare un po' di dignità e morale in questa società ormai alla deriva.

Ecco quindi perché divertente: perché gestire questo incrocio di due generi non è così facile; può generare mostri oppure capolavori, Blade Runner è un capolavoro... i mostri preferiamo non ricordarli. Questo libro è davvero una lettura divertente, che però non farò mai più perché questo mi è bastato.

Consiglio di lettura: agli amanti dei generi suddetti, ovviamente... oppure se ve ne piace uno solo dei due, come è successo a me. Resta una lettura piacevole e a tratti appassionante, forse un po' troppo schematica per esigenze di trama e alle volte approfondisce poco temi interessanti come la natura e la necessità delle testine. Soprattutto questo particolare sembra una buona idea che gli è venuta e che ha voluto mettere a tutti i costi ma che non ha peso specifico nell'economia nella trama. Comunque resta un buon libro da fermata dell'autobus.

E io cosa leggo adesso?