Diciamocelo, questa volta mi è piaciuto vincere facile!
Certo non sono andata a cercare chissà che titolo astruso con un posto assolutamente sconosciuto...
poche città al mondo possono vantare una tale immediata riconoscibilità e collocazione storica quanto Pompei, congelata in quel 79 d.C.
Una volta o l'altra doveva pur capitare uno sbrodolamento per Alberto Angela, assurto ormai a sex symbol per quelle malate di sapiosexuality al cui club mi aggiungo con molto orgoglio.
Figlio d'arte (anche se siete degli asceti chiusi nella vostra caverna gelida non potete non conoscere Piero Angela, IL divulgatore scientifico in Italia), paleontologo, ha iniziato la carriera televisiva quasi per caso... certo, lui faceva scavi con Donald Johanson (lo scopritore di Lucy ) ma poi c'era bisogno di un presentatore credibile per un nuovo programma di divulgazione culturale e così è iniziata l'avventura di Ulisse.
Figlio d'arte (anche se siete degli asceti chiusi nella vostra caverna gelida non potete non conoscere Piero Angela, IL divulgatore scientifico in Italia), paleontologo, ha iniziato la carriera televisiva quasi per caso... certo, lui faceva scavi con Donald Johanson (lo scopritore di Lucy ) ma poi c'era bisogno di un presentatore credibile per un nuovo programma di divulgazione culturale e così è iniziata l'avventura di Ulisse.
Personalmente trovo che le trasmissioni a cui lui presta il volto (Ulisse, Passaggio a Nord Ovest, Una notte a...) siano il meglio che si possa trovare per quanto riguarda la divulgazione culturale e artistica nella televisione italiana. L'impostazione è rigorosamente scientifica ma la cura dei testi che accompagnano e commentano le bellissime immagini sanno essere piacevoli e divertenti con un tocco di garbo non così comune.
(Ho però paura che, con uno sguardo dei suoi e un paio dei suoi eccetera buttati lì nel punto giusto, potrebbe convincermi pure a guardare un torneo di golf... ma questa è un'altra storia).
-@-
A parte lo sbrodolamento d'amore per l'autore, il libro mi è piaciuto. Di Angela - del suo staff d'autori... diamo a Cesare quel che è di Cesare - avevo letto anche Amore e sesso nell'Antica Roma e devo dire che non mi era granché piaciuto. Un po' troppo smorfioso per i miei gusti... capisco che il tema chiamasse un tono un po' frivolo, ma, secondo me, si è esagerato un po' con il tono malizioso da libretto rosa.
Per questo libro, invece, la scrittura è molto più posata e piacevole... per quanto racconti la più grande tragedia dell'era antica.
La scelta è quella di raccontare gli ultimi tre giorni di Pompei ed Ercolano attraverso le storie di personaggi storici oppure di persone di cui si può ipotizzare l'esistenza. In questo modo il lettore è catapultato nella vita quotidiana di 2000 anni fa e si riesce così a cogliere la portata di questo evento.
Raccontare le ultime ore di vita, i desideri, le speranze, i gesti quotidiani, restituisce a quelli che i turisti superficiali additano nelle teche dignità di essere umani colti negli ultimi istanti.
Oltre al tributo rispettoso ai defunti questo libro è ben congegnato per accompagnarci in giro per la città seguendo questo o quel personaggio. Grazie a questo meccanismo noi siamo curiosi di sapere cosa fanno i nostri personaggi e nel frattempo ci viene descritta con dovizia di particolari la vita quotidiana in una delle città più ricche e vitali dell'impero romano.
Nonostante sia un argomento di cui mi sono spesso interessata devo dire che questo libro mi ha regalato curiosità e informazioni in più e questo non può essere che un valore aggiunto.
Se nella prima metà del libro seguiamo un racconto corale di vita quotidiana, nella seconda parte ci viene raccontata l'eruzione con una scansione temporale ben definita e raccontando con cura tutto quello che succede e dove succede, perché non è solo Pompei a essere colpita, ma anche Ercolano, Stabia, Nola e le campagne circostanti a queste città. Vengono tratteggiate le diverse fasi dell'eruzione che danno una risposta alla diversa conservazione dei vari siti (Pompei è seppellita sotto i lapilli, Ercolano da colate di fango che conservano in modo diverso arredi, case e persone).
Viene infine raccontato cosa succede dopo, qual è il destino di queste città e dei sopravvissuti.
Ho trovato questo libro ben scritto, con un ritmo narrativo sempre più incalzante con l'approssimarsi dell'eruzione e, soprattutto, ricco di dettagli e informazioni storicamente attendibili. E' un quadro della vita quotidiana dell'impero romano del primo secolo dopo Cristo che potrebbe essere tranquillamente presentato a scuola.
E' stato davvero un piacere arricchente leggerlo.
E io cosa leggo adesso?
Per questo libro, invece, la scrittura è molto più posata e piacevole... per quanto racconti la più grande tragedia dell'era antica.
La scelta è quella di raccontare gli ultimi tre giorni di Pompei ed Ercolano attraverso le storie di personaggi storici oppure di persone di cui si può ipotizzare l'esistenza. In questo modo il lettore è catapultato nella vita quotidiana di 2000 anni fa e si riesce così a cogliere la portata di questo evento.
Raccontare le ultime ore di vita, i desideri, le speranze, i gesti quotidiani, restituisce a quelli che i turisti superficiali additano nelle teche dignità di essere umani colti negli ultimi istanti.
Oltre al tributo rispettoso ai defunti questo libro è ben congegnato per accompagnarci in giro per la città seguendo questo o quel personaggio. Grazie a questo meccanismo noi siamo curiosi di sapere cosa fanno i nostri personaggi e nel frattempo ci viene descritta con dovizia di particolari la vita quotidiana in una delle città più ricche e vitali dell'impero romano.
Nonostante sia un argomento di cui mi sono spesso interessata devo dire che questo libro mi ha regalato curiosità e informazioni in più e questo non può essere che un valore aggiunto.
Se nella prima metà del libro seguiamo un racconto corale di vita quotidiana, nella seconda parte ci viene raccontata l'eruzione con una scansione temporale ben definita e raccontando con cura tutto quello che succede e dove succede, perché non è solo Pompei a essere colpita, ma anche Ercolano, Stabia, Nola e le campagne circostanti a queste città. Vengono tratteggiate le diverse fasi dell'eruzione che danno una risposta alla diversa conservazione dei vari siti (Pompei è seppellita sotto i lapilli, Ercolano da colate di fango che conservano in modo diverso arredi, case e persone).
Viene infine raccontato cosa succede dopo, qual è il destino di queste città e dei sopravvissuti.
Ho trovato questo libro ben scritto, con un ritmo narrativo sempre più incalzante con l'approssimarsi dell'eruzione e, soprattutto, ricco di dettagli e informazioni storicamente attendibili. E' un quadro della vita quotidiana dell'impero romano del primo secolo dopo Cristo che potrebbe essere tranquillamente presentato a scuola.
E' stato davvero un piacere arricchente leggerlo.
E io cosa leggo adesso?
Hai visto l'ultimo documentario sullo studio dei calchi che ha scompigliato un po' tutto quello che si pensava di sapere? Non c'è Albertino, però...
RispondiEliminaNO, non l'ho visto... mannaggia, di chi è? Lo recupero se posso, perché sono molto affascinata dall'argomento.
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