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Condannata dal vizio della lettura veloce a divorare libri su libri mi sono resa conto che mi piace non solo sfogliarli, annusarli, toccarli, prenderli e darli in prestito, rubarli, nasconderli, regalarli... ma persino parlarne fino all'esaustione.

giovedì 3 settembre 2015

Il golem e il genio - Helene Wecker (2013)

Più riguardo a Il genio e il golem

Questo è uno di quei libri su cui non scommetto una lira. Uno di quei libri che leggo perché sono lì in libreria a prendere polvere e io ho bisogno di qualcosa di assolutamente inconsistente per riprendermi magari da una megameratona o da un libro traumatico. Solitamente valgono poco, giusto come spegnicervello come dice una cara amica. Con questa disposizione d'animo leggo un sacco di romanzi rosa (Rosamunde Pilcher è la mia preferita, c'è sempre un cottage nella brughiera e un bel ragazzo brizzolato con il maglione che mi aspetta da qualche parte con lei); mi lascio tentare dalla fantascienza da banco; prendo in mano libri che non ho degnato di uno sguardo fino a quel momento; mi tuffo alla ricerca di qualsiasi cosa mi tenga compagnia e non pretenda nessuno sforzo da parte mia (ecco perché non leggo gialli quando sono in questa fase, mi sembrerebbe di buttarli via).

In questo caso l'acquisto era stato fatto dal mio alto potenziale di riferimento perché la copertina era accattivante ed era stato abbandonato sulla nostra libreria in attesa di collocazione. Credo che sia abbastanza chiaro che è stata la noia a farmelo prendere in mano e devo anche ammettere che l'avevo già iniziato in precedenza ma poi lo avevo abbandonato dopo poche pagine.
Alla seconda lettura mi ha sorpreso rendermi conto che la storia mi avvinceva e divertiva più di quanto mi aspettassi.

La storia è ambientata alla fine dell'Ottocento a New York e si occupa in parallelo di una golem creata per essere una buona moglie che nel viaggio verso l'America perde il suo padrone e un genio, uno spirito della tradizione mediorientale, che viene liberato da uno stagnino in mezzo a Little Syria. La comunità ebraica e quella dei cristiani copti siriani vivono a stretto contatto ma, desiderosi di tenersi strette il più possibile le proprie tradizioni e gli usi del proprio paese d'origine, sembrano essere distanti migliaia di chilometri. Eppure questi due esseri, così diversi tra loro eppure così simili nella loro solitudine di stranieri in terra straniera, saranno in grado di riscattarsi e trovare un loro spazio in questa America così accogliente e spaventosa assieme.

Come dicevo, le storie sono seguite in parallelo, i due personaggi principali si incontrano per caso e hanno appena il tempo di scoprire uno il segreto dell'altra prima di essere trascinati via nel turbine delle loro vite. Passeranno tutto il resto del libro a cercarsi nonostante lui sia un genio tutto votato alla soddisfazione dei propri piaceri e lei invece vorrebbe fare solo una vita ritirata senza essere assediata dai bisogni di chiunque (che lei, creata per soddisfare ogni necessità del suo padrone, sente senza che nessuno parli).

Di questo libro mi è piaciuto molto l'intreccio, come sono state gestite le due storie che avanzavano di pari passo senza quasi mai sfiorarsi; ho trovato che questi personaggi abbiano una loro crescita, entrambi catapultati in un tempo e in un luogo che non apparteneva loro, alla ricerca di un loro spazio e una ragione di vita non imposta dall'esterno; mi è piaciuto l'elemento di pericolo perché c'è un personaggio che dà la caccia sia alla golem che al genio per sfruttarne i poteri; ho trovato ben descritto l'ambiente in cui si muovono, in questa N.Y. che cambia ad ogni angolo, dai quartieri ricchi ai vari quartieri etnici così chiusi su se stessi da essere piccole isole; mi ha lasciata soddisfatta il finale, non melenso e non troppo scontato.

Devo dire che questo libro mi ha divertito molto più di quanto mi aspettassi e mi ha tenuta incollata alla pagina.

Consiglio di lettura: nonostante la presenza di creature della tradizione folkloristica di due popoli non me la sento di definirlo fantasy, perché è un libro bel inserito nel contesto - l'America delle opportunità per tutti, degli immigrati della fine dell'Ottocento inizio Novecento - che ne fa quasi un libro storico, di costume. Ecco perché non lo consiglio ai lettori fantasy, ma a quelli a cui piacciono i romanzi "in costume" se così si può dire. La storia è ben congegnata e appassionante e la lettura non è per niente impegnativa nonostante la mole.

E io cosa leggo adesso?

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