Ho iniziato a leggere le avventure di
padre Cadfael da adolescente e sono rimasta affezionata a questo personaggio.
Un po' come una medievalissima Jessica Fletcher, padre Cadfael si trova tra
capo e collo una serie di omicidi, morti misteriose, furti e sparizioni non
allontanandosi praticamente mai dall'abbazia di Shrewbury.
Se fossi nei panni dell'abate un po' mi
preoccuperei di tutta questa girandola di delitti, ma è il medioevo, la gente
muore per un sacco di motivi...
A parte le sciocchezze, adesso, molto più
che da adolescente, posso apprezzare il lavoro di ambientazione storica che sta
dietro questa serie di libri. Sono costruiti come classici gialli ma sono
inseriti in una credibilissima abbazia inglese medioevale sul confine con il
Galles durante la guerra civile tra Re Stefano e l'imperatrice Matilde, cugini
che vantano diritti sulla successione al trono d'Inghilterra.
La produzione è immensa e vengono
ambientate, più o meno, due avventure l'anno dal 1137 al 1145. Così si può
seguire l'alternanza delle stagioni, dei lavori e degli impegni in un'abbazia
benedettina medioevale oltre che, ovviamente, godere del mistero e delle
indagini di un monaco curioso e non digiuno di vita secolare.
Volendo proporre tutta la serie, ho scelto
questo libro in tutta la produzione (in questo momento sono alla rilettura
della dodicesima indagine su venti libri pubblicati) perché tra tutti é quello
che mi ha divertito e avvinto di più. Il punto di partenza è la scomparsa di una
giovinetta e del suo giovane fratello durante il saccheggio di Worcester. Il
loro tutore è appena tornato dalla Palestina e, essendo seguace
dell'imperatrice, non può cercare liberamente i suoi protetti nei territori di
Re Stefano senza rischiare l'arresto. A complicare il tutto viene trovato il
cadavere di una giovane in un torrente gelato, da qui il titolo del libro
(sorprendentemente coerente con il titolo originale e non un'invenzione come
capita più spesso di quel che si crede.).
Attorno a questi due ragazzi e alla
giovinetta morta girano un altro paio di personaggi cruciali per la storia. Uno
è un monaco benedettino trovato bastonato quasi a morte e assiderato e l’altro
è un misteriosissimo giovane che accompagna la ragazza e poi scompare più volte.
Quello che però tiene davvero con il fiato sospeso è la costruzione davvero
ingarbugliata dell’intreccio perché i personaggi si ritrovano e si perdono più
volte nella storia e spesso si rimane in attesa della svolta giusta per le
sorti di questi giovani innocenti, colpevoli forse solo di essere coraggiosi e
un po’ avventati. Quello che lascia un po’ perplessi, ma forse è coerente con
questo apparire e sparire continuo dei ragazzi, è che sembra che l’autrice non
riesca a gestire in scena più di tre personaggi alla volta perché, come un
orologio svizzero, quando ne appare uno, subito dopo puoi aspettarti che un
altro scompaia.
La lettura scorre piacevolmente e si può
apprezzare sia il lavoro di ambientazione storica che del paesaggio; le
descrizioni dell’abbazia che muta con il cambiare delle stagioni provoca quel
senso di meraviglia che fa nascere lo scorrere del tempo su un viso noto. È
sempre la stessa abbazia, eppure ha sempre qualcosa di diverso.
Un’altra cosa che mi piace molto in questa
serie è il reale scorrere del tempo: mutano le vicende storiche, di cui siamo
sempre aggiornati perché il principale alleato nel mondo secolare di Cadfael è
Hugh Beringan, vice sceriffo e poi sceriffo della contea, leale sostenitore di
Re Stefano; mutano anche i novizi e gli aiutanti di Cadfael che cambiano perché
partono per il mondo dopo essersi nascosti nell’abbazia, perché seguono la loro
chiamata ultraterrena, perché vengono adibiti ad altri compiti, di cui il
monaco ha sempre un ricordo affettuoso; cambia lo stesso Cadfael che
necessariamente invecchia e che si scopre sempre più saldo della sua scelta di
entrare in convento… nonostante la vita gli offra delle sorprese inaspettate,
soprattutto in questo libro!
In conclusione questa seria non mi ha
deluso nemmeno dopo la prova degli anni. Ho trovato i personaggi ancora freschi
e vivi inseriti in un ambiente che è esso stesso personaggio perché è spazio
circoscritto d’azione e nel contempo influenza le vicende.
Consiglio
di lettura: a chiunque
sia appassionato di gialli all’Agatha Christie e di ambientazione storica
medioevale. E poi sono taaantissimi! Tengono un sacco di compagnia (al punto
che io non riesco a limitarmi a uno e ne leggo almeno tre di seguito prima di
staccarmi a forza!).
E io cosa leggo adesso?
E io cosa leggo adesso?
Sono affezionatissima a questa serie, anche se secondo me ha finto per "saltare lo squalo" per l'impossibilità di continuare a creare intrecci credibili e diversi tra loro in un ambiente così circoscritto, mi sono fermata quindi, al romanzo in cui c'è la giovinetta travestita da monaco per stare vicino al suo promesso sposo folgorato dalla vocazione dopo essere stato mutilato in guerra (ok tutto, ma la tizia che per anni non viene scoperta da nessuno, in primis dall'ex promesso sposo ha infranto la mia sospensione dell'incredulità).
RispondiEliminaQuello che invece trovo delizioso è questo mix di leggibilità (sono libri che consiglio sempre anche ai miei alunni) e accuratezza storica.
PS: la vergine nel ghiaccio è uno dei miei preferiti, insieme a quello (che confusione i titoli...) in cui viene introdotto il personaggio di Hugh.
Sono arrivata a libro della giovinetta travestita... mi ha fatto salire un po' il crisbio perché è davvero un intreccio da "miodio devo scrivere il mio libro annuale e ormai mi sono venduta tutte le idee credibili!!!"
EliminaPerò ho resistito e per curiosità ne ho letti un altro paio (prima di cadere vittima dell'assassino, mannaggia a te!) e non sono terribili, si riprende.
Direi che per una lettura alle medie siano perfetti.