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Condannata dal vizio della lettura veloce a divorare libri su libri mi sono resa conto che mi piace non solo sfogliarli, annusarli, toccarli, prenderli e darli in prestito, rubarli, nasconderli, regalarli... ma persino parlarne fino all'esaustione.

giovedì 8 agosto 2013

Se ti abbraccio non aver paura ~ Fulvio Ervas (2012)


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Dopo aver affrontato le ennemila pagine dei Promessi - tutto tempo ben speso, ma comunque impegnativo dal punto di vista della dedizione -, avevo bisogno di leggere qualcosa di un po' più agile e la mia infaticabile procacciatrice di letture mi ha offerto prima Il negozio di giocattoli di Angela Carter - la cui scrittura carnosa e torbida questa volta lascia una sensazione di malessere appiccicoso addosso... molto più belli, dal mio punto di vista, Notti al circo e La camera di sangue -,  e poi questo libro. Avrebbe dovuto essere un libro cuscinetto per poi decidere a quale altra lettura dedicare un post e invece si è dimostrato materiale interessante.

Viaggio, quanti libri di viaggio
Ho iniziato a leggere con la certezza un po' spocchiosa di aver letto decine di libri di viaggio* e almeno una decina di libri su varia disabilità**. Ecco perché, senza togliere nulla all'opera, ho pensato fosse un buon libro con cui passare il tempo prima di darmi a qualcosa di più denso.
Eppure, anche se non è un'opera immortale, mi ha regalato un po' di tempo ben speso in una lettura ben orchestrata e alcuni spunti di riflessione, qualche risata e qualche strizzata di cuore.

Allegretto ma non troppo
Raccontare il mondo altro di un figlio autistico non è mai facile, ma questo padre, insegnante in un liceo, che si inventa un viaggio in moto attraverso due Americhe, lo fa con una freschezza disarmante. Il racconto è in prima persona anche se poi a metterlo su carta è uno scrittore professionista, così ci sembra di essere dentro la testa e dietro agli occhi di quest'uomo che prova in tutti i modi a entrare in contatto con uno spazio mentale che gli è precluso.
C'è spazio per ridere, per meravigliarsi dello sconfinato paesaggio americano che sembra essere sempre sul punto di ospitare un set cinematografico, c'è spazio per arrabbiarsi o per commuoversi di fronte alla varia umanità che si incontra nel proprio cammino.
Il tono cerca di mantenersi sempre leggero, perché della disabilità bisogna anche saperne ridere, ma in ogni pagina non si manca mai di sentire quanto l'amore sia una conquista che si dona, perché entrare in contatto con Andrea è faticoso, ma non si può smettere di provarci anche quando sembra una sfida troppo grande per dei poveri esseri umani.

Veglia, sesso e morte
So che sembra un titolo di  Tarantino su delle pompe funebri hardcore, ma sono solo i tre momenti per cui questo libro ha meritato di essere letto.
Veglia: è facile pensare ad un adulto normodotato che si prende cura di un ragazzo autistico, più difficile è immaginare lo stesso ragazzo che veglia il padre malato. Eppure, quando proprio non si può contare su nessun altro e il corpo tradisce sebbene non se lo possa permettere, il padre si mette a letto e prega il destino che Andrea non decisa di andare a farsi un giro proprio nel mezzo della notte. Invece la preoccupazione attraversa quella giungla intricata che è la mente di un ragazzo autistico e Andrea resta accanto al padre tutta la notte. Quando provano a comunicare su quel che è successo esce con tutta la naturalezza possibile un pezzo di rara poesia in cui un ragazzo sorveglia il proprio padre malato e non c'è niente di più normale al mondo. Sveglio sono stato a guardarti. So che dormendo si guarisce e andrea è stato vicino. (pag. 187)

Sesso: già è difficile per ogni genitore affrontare il momento in cui il proprio bambino si affaccia su quello spazio aperto che è la maturità e la sessualità, c'è da chiedersi come faccia un padre di un figlio disabile. La risposta che dà questo libro è che lo si affronta con le stesse paure, le stesse piccole attenzioni rispettose e lo stesso orgoglio di vedere il proprio figlio che cresce. La sessualità nella disabilità è un argomento tabù, come se questi ragazzi e ragazze, donne e uomini non potessero accedere alla propria fisicità a causa dell'handicap e fossero solo angeli asessuati, senza bisogni da adulti. Qui l'argomento è affrontato come uno qualsiasi dei passi che Andrea fa nella vita, come un ragazzo qualsiasi che ha incontrato una ragazza che potrebbe piacergli, ed è proprio questa normalità a farne un passaggio così intenso.

Morte: il libro si chiude con una riflessione sul futuro che molti genitori di ragazzi disabili si trovano a fare: cosa succederà a mio figlio quando io non ci sarò più? Non sarebbe forse più umano, un ultimo atto d'amore, andarcene via insieme? Nessun genitore dovrebbe dover pensare a questo possibile futuro, ma non me la sento di condannare chi può aver accarezzato quest'ipotesi contro la prospettiva di una vita di solitudine e abbandono di un ragazzo autistico lasciato a se stesso.

Questo è un libro che si fa leggere, che regala momenti di divertimento, di commozione e di riflessione. Decisamente consigliato a tutti gli educatori e a tutti quelli che cercano di entrare in contatto con gli altri.

E io cosa leggo adesso?

*se interessa la letteratura di genere io consiglio tutti i libri di Billy Bryson, Beppe Severgnini e Tiziano Terzani, sebbene i suoi reportage siano indubbiamente datati.
** ad esempio Nati due volte di Giuseppe Pontiggia o Lo scafandro e la farfalla di Jean-Dominique Bauby sulla sindrome di locked in.

3 commenti:

  1. Ma si tratta di quel signore su cui hanno fatto dei servizi anche "Le iene?"

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    1. Oh, ciao! Mi ero persa questo commento! Chi intendi? L'autore, Pontiggia o il "narratore"?

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