Quale libro scegliere per aprire questo benedetto giochino passatempo?
Con un libro che mette insieme più passioni diverse!
Così la prima scelta è caduta su UN LIBRO CON UN VIAGGIO NEL TEMPO.
E chi viaggia meglio se non l'autore della Guida Galattica per Autostoppisti e chi conosce meglio il tempo se non Doctor Who?
Quindi eccomi servito il primo libro per fissare il mio punticino (se date un'occhiata al post di presentazione potete vedere i miei progressi sull'immagine).
Per chi non lo conoscesse, Douglas Adams è stato soprattutto uno sceneggiatore di programmi radiofonici, anche la Guida nasce per la radio. Ha scritto anche altre puntate per Doctor Who andate in onda. Questo romanzo è tratto dalle sceneggiature, dagli appunti e dalle parti già girate di una puntata del Dottore che non è mai stata finita.
Dire Dottore, per questo gallifreyano che corre di qua e di là con la sua cabina blu, è estremamente riduttivo. Quale Dottore, quindi? Il Quarto con la sua chilometrica e immancabile sciarpa.
Un dottore di cui non so molto; per essere completamente onesti, io mi sono appassionata alla serie moderna, non a quella classica perché riprendere la fantascienza degli anni '60 e '70 mi richiederebbe uno sforzo immaginifico che non sono disposta a fare. La fantascienza è uno di quei generi che soffre molto il passare del tempo.
Con queste premesse devo dire che ho approcciato questo libro con aspettative molto alte, forse troppo. Mi aspettavo lo stile scorrevole e sorprendentemente nonsense di Douglas legato ai temi forti della serie come il senso di responsabilità delle proprie azioni, l'amore per i più deboli e per la giustizia tipici del Dottore, trattati con la tipica levità dolente che segna la serie e che è il marchio, secondo me, del suo successo attraverso i decenni. Ovviamente tutto tenuto assieme da un'avventura ai confini dello spazio e del tempo.
L'avevo detto che le aspettative erano molto alte!
Devo dire che il risultato non è stato all'altezza delle mie richieste. C'è da puntualizzare che mi sono fatta ingannare dalla copertina che recitava: "L'avventura perduta di Douglas Adams" e io, come una tipica allocca da pubblicità, ho dato per scontato che l'avesse scritta lui. Invece è suo il materiale raccolto da cui è stato tratto questo romanzo postumo.
La storia si fa voler bene: un super cattivo che vuole conquistare il mondo, un libro misterioso che contiene un enigma irrisolvibile, un professore di Cambridge che nasconde qualcosa sotto il tweed, una storia d'amore che non sembra decollare, inseguimenti nello spazio, e, a tenere tutto assieme, il Dottore e Romana, la sua compagna gallifreyana.
Il ritmo è quello tipico della televisione, con cambi di scena nei momenti più emozionanti così tipici da essere quasi paradigmatici; forse però questo schema così prevedibile è figlio dello stile e dei tempi della televisione degli anni '70 per cui questa puntata era stata scritta in origine.
Quello che proprio manca è la verve e le trovate meravigliosamente nonsense di Douglas. Posso anche pensare che scrivesse per la televisione e quindi molto di quello che troviamo nella Guida era impossibile da riproporre e, soprattutto, Roberts non è Douglas e l'unica scena che introduce suona davvero forzata, solo per omaggiare la mente scoppiettante scomparsa troppo presto.
Consiglio di lettura: lettura imprescindibile per gli appassionati di Doctor Who perché non si può non averlo letto... ma bisogna essere proprio proprio motivati.
E io cosa leggo adesso?
Con queste premesse devo dire che ho approcciato questo libro con aspettative molto alte, forse troppo. Mi aspettavo lo stile scorrevole e sorprendentemente nonsense di Douglas legato ai temi forti della serie come il senso di responsabilità delle proprie azioni, l'amore per i più deboli e per la giustizia tipici del Dottore, trattati con la tipica levità dolente che segna la serie e che è il marchio, secondo me, del suo successo attraverso i decenni. Ovviamente tutto tenuto assieme da un'avventura ai confini dello spazio e del tempo.
L'avevo detto che le aspettative erano molto alte!
Devo dire che il risultato non è stato all'altezza delle mie richieste. C'è da puntualizzare che mi sono fatta ingannare dalla copertina che recitava: "L'avventura perduta di Douglas Adams" e io, come una tipica allocca da pubblicità, ho dato per scontato che l'avesse scritta lui. Invece è suo il materiale raccolto da cui è stato tratto questo romanzo postumo.
La storia si fa voler bene: un super cattivo che vuole conquistare il mondo, un libro misterioso che contiene un enigma irrisolvibile, un professore di Cambridge che nasconde qualcosa sotto il tweed, una storia d'amore che non sembra decollare, inseguimenti nello spazio, e, a tenere tutto assieme, il Dottore e Romana, la sua compagna gallifreyana.
Il ritmo è quello tipico della televisione, con cambi di scena nei momenti più emozionanti così tipici da essere quasi paradigmatici; forse però questo schema così prevedibile è figlio dello stile e dei tempi della televisione degli anni '70 per cui questa puntata era stata scritta in origine.
Quello che proprio manca è la verve e le trovate meravigliosamente nonsense di Douglas. Posso anche pensare che scrivesse per la televisione e quindi molto di quello che troviamo nella Guida era impossibile da riproporre e, soprattutto, Roberts non è Douglas e l'unica scena che introduce suona davvero forzata, solo per omaggiare la mente scoppiettante scomparsa troppo presto.
Consiglio di lettura: lettura imprescindibile per gli appassionati di Doctor Who perché non si può non averlo letto... ma bisogna essere proprio proprio motivati.
E io cosa leggo adesso?
Ho iniziato da poco al Guida Galattica...
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