Raramente commento uno dei libri del gruppo di lettura perché ritengo che ci siano due penne (qui e qui trovate i commenti a questo libro) molto più felici delle mie in grado di dare lo spunto giusto o di dire esattamente quello che volevo dire io con parole ben più adatte.
Questo libro però mi ha colpito in modo particolare non tanto per la storia in sé ma per l'accesa discussione che ha innescato durante il nostro incontro mensile. Posso dire quasi con certezza che siano state dette più parole di quante ne siano state scritte nel libro... e questo non poteva non farmi riflettere.
Il romanzo, o per meglio dire, il racconto lungo, è presto raccontato: viviamo parallelamente una notte, quella del pilota di un aereo del servizio postale e dell'ufficio spedizioni che ne attende l'arrivo.
Il finale è tragico ma la sensazione che si ha è che non sia importante la conclusione, l'unica cosa che vale la pena davvero di vivere sia il volo.
Proprio questo punto ha scatenato le più accese discussioni nel gruppo di lettura: l'epicità del bel gesto, del volo eroico ha avuto i suoi sostenitori, contro la maggioranza che riteneva che lo spreco di una vita non è un prezzo che si possa pagare in nessun caso.
I due protagonisti: Rivière, capo dell'ufficio spedizioni aeree, e Fabien, il pilota di cui seguiamo l'ultimo volo, sono a loro modo fari nella notte, illuminano con la loro forza l'alba di trasporti aerei e, insieme, mettono in penombra le figure che girano attorno a loro.
Rivière, con il peso della responsabilità che gli pesa addosso, riflette sul ruolo del capo: non colui che fa l'amico ma poi ti molla alla prima difficoltà, ma una figura intransigente, in grado di traghettare il suo equipaggio fuori dalla tempesta.
Fabien che si sente vivo solo in cielo, solo combattendo, che, nel momento più tragico vola verso la luce delle stelle.
Queste due figure sono attorniate da persone meno eroiche e quindi, dal mio punto di vista, più vive, più umane. Fabien ha accanto un marconista che ha paura, che vorrebbe tornare indietro che mostra quanto sia inestimabile la vita. Ancora più tragica è la figura della moglie di Fabien che lo aspetta e soffre e che lo ama nonostante lui sia più concentrato sul volo che lo aspetta e quasi non la guardi nelle ultime ore che passeranno insieme.
Consiglio di lettura: Non è un libro che consiglierei, ma è stato molto interessante leggerlo e, soprattutto, discuterlo con il mio gruppo di lettura. Di Saint-Exupéry continuerò a preferire Il Piccolo Principe, un libro in grado di scaldarmi il cuore... a differenza di questo che mi ha lasciato indifferente.
E io cosa leggo adesso?
Il romanzo, o per meglio dire, il racconto lungo, è presto raccontato: viviamo parallelamente una notte, quella del pilota di un aereo del servizio postale e dell'ufficio spedizioni che ne attende l'arrivo.
Il finale è tragico ma la sensazione che si ha è che non sia importante la conclusione, l'unica cosa che vale la pena davvero di vivere sia il volo.
Proprio questo punto ha scatenato le più accese discussioni nel gruppo di lettura: l'epicità del bel gesto, del volo eroico ha avuto i suoi sostenitori, contro la maggioranza che riteneva che lo spreco di una vita non è un prezzo che si possa pagare in nessun caso.
I due protagonisti: Rivière, capo dell'ufficio spedizioni aeree, e Fabien, il pilota di cui seguiamo l'ultimo volo, sono a loro modo fari nella notte, illuminano con la loro forza l'alba di trasporti aerei e, insieme, mettono in penombra le figure che girano attorno a loro.
Rivière, con il peso della responsabilità che gli pesa addosso, riflette sul ruolo del capo: non colui che fa l'amico ma poi ti molla alla prima difficoltà, ma una figura intransigente, in grado di traghettare il suo equipaggio fuori dalla tempesta.
Fabien che si sente vivo solo in cielo, solo combattendo, che, nel momento più tragico vola verso la luce delle stelle.
Queste due figure sono attorniate da persone meno eroiche e quindi, dal mio punto di vista, più vive, più umane. Fabien ha accanto un marconista che ha paura, che vorrebbe tornare indietro che mostra quanto sia inestimabile la vita. Ancora più tragica è la figura della moglie di Fabien che lo aspetta e soffre e che lo ama nonostante lui sia più concentrato sul volo che lo aspetta e quasi non la guardi nelle ultime ore che passeranno insieme.
Consiglio di lettura: Non è un libro che consiglierei, ma è stato molto interessante leggerlo e, soprattutto, discuterlo con il mio gruppo di lettura. Di Saint-Exupéry continuerò a preferire Il Piccolo Principe, un libro in grado di scaldarmi il cuore... a differenza di questo che mi ha lasciato indifferente.
E io cosa leggo adesso?
Invece mi piacerebbe davvero anche un tuo post fisso su questi libri, perché hai un punto di vista sempre interessante e che spesso non coincide con il mio!
RispondiEliminaTroppo buona...
Elimina