Libro imprescindibile per il lettori della bassa, di quella zona cioè tra il Ticino e la Sesia (declinata al femminile come vogliono i Vercellesi) che non è più Milano e non è ancora davvero Piemonte.
Imprescindibile perché, raccontando una storia vera in forma di romanzo ambientata all'inizio del '600, porta alla luce lo spirito di Novara e delle sue campagne con un'acutezza giornalistica e sentimentale insieme che colpisce.
La storia è presto detta: Vassalli, partendo dagli scarni atti di un processo per stregoneria a Novara, ricostruisce in maniera vivida e intensa la vita e il mondo di Antonia, la strega di Zardino. Gli anni sono quelli del ventennio a cavallo del 1600, l'ambiente è Novara e il suo contado, fatto di superstizioni e paganesimo ancora strisciante, di risaie e contadini piegati dalla fatica e dall'invidia per chi sta meglio o è più fortunato. Ci restituisce anche la Novara sotto gli spagnoli, ultimo avamposto sui confini del Ducato di Savoia, a sua volta alleato dei francesi. Racconta però di una Novara viva, descrivendo quello che c'era nel '600 non trascurando di dare indicazioni per orientarsi nel presente. Cosìad esempio, veniamo a sapere che il tribunale dell'Inquisizione era situato in quella che i Novaresi conoscono come piazza del Rosario, per l'omonima chiesa, e la toponomastica individua come Piazza Gramsci e il Broletto era un edificio a sé stante con le vie che gli correvano attorno e non era soffocato dagli edifici che gli sono cresciuti addosso.
Ma non solo la città e la campagna hanno una loro personalità, anche i protagonisti e le comparse di questa tragedia sono creature vive, dotate di pensiero, slanci d'amore e grettezza, gelosie e gentilezze. Motore fondante su cui si innesta l'azione è la vita dell'esposta Antonia, una ragazza di bell'aspetto che viene presa in casa da una coppia di contadini che la crescono come una figlia. La sua storia sarebbe potuta cadere nell'oblio come tante altre se non fosse stata accusata e processata per stregoneria nella Novara del 1610 e se gli atti di quel processo non si fossero salvati dall'azione sgretolante del tempo.
Ci viene raccontata la sua storia e la storia di chi gravita attorno a questa vicenda con attenzione e grande lirismo sia nei sentimenti che nella descrizione degli ambienti. Restituisce anche ad una novarese di adozione come me la poesia di un tramonto in risaia e il brulicare della vita in città indicando con cura i luoghi reali in cui si svolge l'azione.
Se tutto il libro meraviglia e stupisce per le descrizioni, non c'è potenza paragonabile alla scena finale del rogo, con il ritmico dondolio della carrozza che porta Antonia al luogo del supplizio, le ripetizioni ossessive delle litanie, le torce e i lumini che anticipano al tramonto la luce dorata e selvaggia del fuoco, lo spingere e il fluire della folla che accorre a vedere la strega che brucia come se fosse uno spettacolo da circo, tutto contribuisce al crescere della tensione e del climax fino all'atto di pura pietà del boia di stordire la povera vittima e al rogo in cui Antonia muore senza un fiato. E poi il ritorno della pioggia dopo la lunga siccità, come se il sacrificio umano avesse pagato il tributo agli dei della terra. Tutto così poco cattolico...
Consigli di lettura: io l'ho trovato davvero intenso e poetico, quindi consiglio a tutti di leggerlo, soprattutto a chi vive in queste zone, perché parla di luoghi reali e di vite che hanno vissuto e sono scomparse negli stessi luoghi in cui noi viviamo e soffriamo. Dal mio punto di vista Vassalli potrebbe essere visto come un moderno Manzoni, perché il periodo storico di cui parla è lo stesso e perché - come Manzoni ma con meno intento pedagogico paternalista - racconta vite dei poveri che si sono salvate dall'oblio della storia per puro caso, accostandole a figure di comprovata esistenza storica, e dona a tutti una vita interiore intensa e sofferente.
Davvero un libro magnifico
E io cosa leggo adesso?
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